La finanza dei click: quando l’informazione digitale diventa rischio sistemico
di Giovanni DI TRAPANI
Nel cuore della nuova vulnerabilità finanziaria europea non c’è soltanto l’inflazione o la geopolitica: c’è la viralità. Lo afferma con forza l’ESMA (European Securities and Markets Authority) nel Risk Monitor 1/2025, individuando tra i principali fattori di instabilità non solo gli asset digitali e le pressioni macroeconomiche, ma l’emergere di una dinamica pericolosamente sottovalutata: l’influenza dei social media sulle decisioni di investimento.
La trasformazione digitale ha modificato le modalità con cui cittadini e piccoli risparmiatori accedono ai mercati. Ma ciò che sembrava un percorso di democratizzazione – disintermediare per rendere tutti investitori consapevoli – rischia di rivelarsi una scorciatoia cognitiva, dominata da meccanismi emozionali, algoritmi opachi e dinamiche di gruppo. Meme coin, copy trading, TikTok-finance, community speculative su Reddit: l’informazione finanziaria è stata risucchiata in una logica di consenso e viralità.
Il report di ESMA dedica un passaggio esplicito al fenomeno, sottolineando che gli investitori meno sofisticati sono esposti a contenuti fuorvianti, non verificati e talvolta manipolativi, con il rischio di subire perdite ingenti. L’incremento della capitalizzazione delle criptovalute, passata a fine 2024 a 3.300 miliardi di euro – superando i livelli record del 2021 – è legato anche a un’ondata speculativa alimentata da un “pro-crypto stance” della nuova amministrazione USA. In questo scenario, la reattività dei mercati aumenta esponenzialmente, generando amplificazioni non lineari tra tweet, volatilità e comportamenti imitativi.
Non si tratta più solo di un problema di trasparenza dei prodotti o di qualità della disclosure: siamo di fronte a un’asimmetria informativa di seconda generazione, dove il rischio non è tanto nel non sapere, quanto nel credere di sapere. In questo contesto, il mercato rischia di scollegarsi dai fondamentali macroeconomici, generando rally illusori e correzioni brutali. La bolla informativa diventa così bolla finanziaria. Il ruolo delle autorità di vigilanza appare oggi chiamato a un compito radicalmente nuovo: intervenire non solo sui prodotti e sugli intermediari, ma anche sugli ecosistemi informativi che influenzano i comportamenti. Questo implica un ripensamento profondo delle politiche di alfabetizzazione finanziaria, una revisione dei modelli di trasparenza nelle piattaforme digitali e l’introduzione di criteri di accountability per gli influencer finanziari e i canali di comunicazione ad alta diffusione.
Il dato fornito da ESMA secondo cui il 77% delle allocazioni azionarie dei fondi europei è oggi esposto al mercato USA, spesso tramite ETF, rende ancora più urgente una riflessione: l’Europa deve dotarsi di strumenti di analisi, regolazione e comunicazione all’altezza della sfida digitale. È in gioco non solo la protezione del risparmio, ma la stabilità dell’intero ecosistema finanziario. La finanza è sempre più una narrazione. Ma quando questa narrazione è governata dagli algoritmi più che dai dati, il rischio non è solo quello di perdere soldi: è quello di perdere fiducia. La vera scommessa per le istituzioni pubbliche è dunque una sola: governare l’algoritmo per restituire senso, trasparenza e misura alla finanza del futuro.
Giovanni DI TRAPANI è Ricercatore III Livello presso l’IRISS-CNR, ha conseguito il Dottorato di Ricerca in “Economia e gestione delle Aziende Pubbliche” presso la Facoltà di Economia dell’Università di Salerno ed è laureato in Economia e Commercio presso la Facoltà di Economia “Federico II” di Napoli.Attualmente in distacco presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri presso la Struttura di supporto del Commissario straordinario del Governo per la bonifica ambientale e rigenerazione urbana del sito di interesse nazionale Bagnoli Coroglio; ha svolto attività di ricerca, a partire dal giugno 2010, nel campo delle Economia e Gestione delle Imprese Assicurative nell’ambito del progetto di ricerca “Innovazione e management dei servizi”; concentrando la propria attività di studio lungo due assi principali: un primo con obiettivi specifici riferiti all’innovazione per lo sviluppo dei servizi assicurativi ed un secondo ascrivibile all’identificazione degli approcci gestionali derivanti dai rischi originati da eventi naturali di tipo catastrofale. Nel recente passato ha svolto, altresì, studi relativi all’individuazione di soluzioni concernenti l’evoluzione dei canali distributivi e del lancio di nuovi servizi market-driven e/o technology-driven. In precedenza, fino al maggio del 2010, ha affrontato le problematiche connesse con il Management del Turismo e dei Beni Culturali, con particolare riferimento alla gestione, fruizione e valorizzazione economica del Patrimonio Culturale. E’ Editor in Chief dalla rivista Journal of Advanced Health Care ed è componente dell’Editorial Board Member in qualità di Reviewer di importanti riviste internazionali, e da dieci anni, è stato Professore a contratto di Statistica Economica e Statistica del Turismo presso l’Università Telematica PEGASO.