Google nasce nel 1998. Le altre big tech sono nate: Microsoft 1975, Apple 1976, Yahoo! 1994, Amazon 1994, Meta 2004, Facebook 2004, Youtube 2005, Twitter nel 2006

Riportiamo il testo iniziale dell’articolo di Paul A. Soukup pubblicato in Civiltà Cattolica n. 4135 del 2022. pp.50-64.

“Tutto cominciò con un problema, che condusse a un algoritmo. Il quesito era: come si fa a reperire online ciò che è rilevante? Riprendendo il modello accademico, che per valutare la qualità di un articolo scientifico si basa sul controllo delle citazioni, Larry Page ebbe l’idea di conteggiare e di pesare i link che rimandano a una singola pagina web; Sergey Brin si mise al lavoro sulle formule matematiche e pervenne a un algoritmo di ricerca chiamato Backrub. Due anni dopo, nel 1998, rinominarono l’algoritmo, lo provarono sul campo e lanciarono una società chiamata Google. «Si trattava di un gioco di parole basato sull’espressione matematica che rappresentava il numero 1 seguito da 100 zeri e rispecchiava opportunamente la missione di Larry e Sergey: “Organizzare le informazioni di tutto il mondo e renderle universalmente accessibili e utili”». Il successo del motore di ricerca, remunerato con la pubblicità inserita nelle pagine (e sviluppato nell’ottica di un’attività pubblicitaria) ha portato alla rapida crescita finanziaria dell’azienda, dando a Google la capacità di finanziare innovazioni che hanno profondamente cambiato tutto il mondo online: nei suoi primi 10 anni, infatti, ha partorito Google News, Gmail, Google Maps e Google Chrome.

Nel 2015 Google è diventata la principale società controllata della holding Alphabet. Tra le altre pietre miliari del percorso, l’acquisizione di Android nel 2005, di YouTube nel 2006, di DoubleClick nel 2007 e di DeepMind (AI) nel 2014; lo sviluppo del telefono cellulare Nexus One nel 2010, di Chrome OS nel 2011, di Google Glass nel 2012, dello streaming video Chromecast nel 2013, di Google Assistant nel 2016.

[……..] La storia dell’azienda e le ricerche compiute su di essa portano i ricercatori a dedurre che Google è un impasto di sogni – che annovera fallimenti e successi – e di incubi…”

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